Il nuovo logo, il profilo di una Città
Nella panoramica dei profondi rinnovamenti organizzativi che stiamo affrontando, emerge anche un aggiornamento stilistico del logo che interpretava da tempo il pensiero poliedrico di le Voci della Città ma aveva iniziato a manifestare una serie di limiti tecnici. Da tempo si avvertiva l’esigenza di dare una maggiore connotazione al nostro marchio identificativo senza però mettere in discussione l’idea originaria che aveva determinato l’invenzione di questo segno grafico. La sensibilità dell’Art Director Vincenzo De Rosa, che ha messo a disposizione la sua lunga esperienza nel campo della grafica e comunicazione d’impresa, ha permesso di raggiungere il difficile obiettivo di mantenere costante un progetto grafico rinnovando l’insieme in modo sensibile. Al di la dei chiari riferimenti tecnici che andranno a migliorare la versatilità del logo risolvendo un annoso problema di visibilità, è interessante, dal mio punto di vista di direttore artistico, commentare la lettura del lavoro grafico. La linea sottile che disegnava la Città con le sue voci diventa oggi un fantasioso Skyline di Milano composto, per la maggior parte, dagli elementi che costituiscono il panorama della nostra città attuale. Dalla centralità del Duomo, chiaramente visibile, si vanno a citare gli edifici in fase di costruzione di City Life e quelli appena terminati, come la più alta torre di Milano firmata da Cesar Pelli e recentemente completata. Non potevano mancare l’ Arco della Pace e la Torre Branca, primo, storico, stupendo e riuscito tentativo di toccare il cielo. Il logo si conclude a sinistra con una citazione della Certosa di Pavia, che è ormai una parte fondamentale della macro area omogenea che avvicina Milano alle realtà lombarde e oltre. Si tratta di un logo che permettere di riconoscere Milano ma che proietta nello stesso tempo in una dimensione più generica e ampia di dinamica culturale urbana. Un pensiero che connota l’attività di Le Voci della Città, sempre più orientata a intraprendere nuove sfide culturali e progetti di ampio respiro di portata internazionale.
Matteo Galli